Terapia breve strategica

Lo Studio del Dott. gervasoni con sede a Bergamo si occupa di TBS ossia terapia strategica breve con ottimi risultati.

Dagli studi della scuola di Palo Alto, messi a punto da Paul Watzlawick e Giorgio Nardone, ha preso piede la terapia breve strategica(TBS) che consiste nel:

eliminare condotte disfunzionali per i quali la persona ha cercato assistenza;
produrre un reale mutamento nella modalità attraverso cui la persona percepisce e costruisce la propria realtà.
Un intervento è funzionale in base a ciò che ottiene, non a ciò che fa. Dover ricercare per forza le cause di un certo disturbo è, il più delle volte, totalmente inutile.
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Che cosa è la Terapia Breve Strategica?

Per Terapia Breve s’intende una particolare psicoterapia che coniuga efficienza ed efficacia. L'efficienza è la rapidità con cui vengono ottenuti i cambiamenti, normalmente al di sotto dei 10 incontri, mentre l'efficacia invece è la percentuale di successo, in media per la terapia breve strategica è del 80%, con una finestra che va dal 70 al 90% a secondo del tipo di problema.

La Terapia Breve è detta strategica quando il terapeuta, assumendosi la responsabilità del cambiamento, impiega una vasta gamma di stratagemmi per migliorare la condizione del proprio paziente.

Questo conduce il paziente a sperimentare il cambiamento ancor prima di averne consapevolezza.

Ad esempio, ai pazienti fobici si prescrive di pensare volontariamente alle situazioni che temono. Per effetto di questo stratagemma, i pazienti ritornano afflitti all’incontro successivo, perché convinti di non esser riusciti nel compito assegnato: “Dottore è inutile non riesco a farmi venire ne ansia ne paura anzi più mi sforzo più mi rilasso”. La realtà è che il terapeuta mirava proprio a questo risultato, egli si rallegra quindi con il paziente per avere compiuto il primo passo verso il successo.

Negli incontri successivi essi prederanno coscienza che la paura si controlla provocandola intenzionalmente.

La soluzione del problema avviene dopo una dettagliata analisi da parte del terapeuta del “sistema problema” e dalla conseguente pianificazione di una strategia che sia in grado di produrre il cambiamento desiderato dal paziente nel più breve tempo possibile. Questo lavoro estremamente complesso non viene mostrato al paziente che accede solo alla finalizzazione di questo sforzo, la punta dell'iceberg, ovvero la prescrizione.

La prescrizione è una particolare ingiunzione, o più semplicemente un compito che il terapeuta assegna al paziente con la funzione di sbloccare il problema ossia ridurre in modo drastico l'intensità del disturbo che esso provoca, con un aumento conseguente della qualità della vita del paziente.

Dopo lo sblocco si passa, prescrizione dopo prescrizione, a consolidare i risultati acquisiti, in tal modo la confidenza del paziente verso il cambiamento si consolida e la stima nelle proprie capacità cresce sino a raggiungere livelli di autosufficienza. Di norma dopo dieci incontri la terapia termina. La conclusione non è un semplice commiato ma un momento importante della cura in cui è svelata la logica sottostante sia al problema che delle prescrizione assegnate, per chiarire che i successi raggiunti non sono opera di forze incontrollabili o controllabili solo da uno specialista ma rispondono alla applicazione di una precisa logica che una volta spiegata ed appresa è utilizzabile da chiunque.

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